Pubblico l’anticipazione di un mio contributo di prossima uscita che analizza il mutato scenario economico e le prospettive di riforma del sistema concorsuale.
La crisi pandemica in atto sta producendo effetti devastanti sul nostro Paese, e non solo, tanto da far prospettare sul versante economico una c.d. “economia di guerra”.
Una catastrofe di straordinarie proporzioni mai prima conosciuta che rende improponibile anche una catalogazione dopo le classificate crisi di matrice industriale, economica e finanziaria degli anni passati; e che si caratterizza per la circostanza di colpire in maniera indistinta e nello stesso momento il fattore produttivo “umano” realizzando, per effetto delle limitazioni introdotte con il distanziamento sociale, una radicale modifica delle consolidate regole di produzione e consumo di beni e servizi.
A delineare un possibile scenario abbiamo analizzato un interessante rapporto redatto a cura di Cerved Industry Forecast (L’impatto del COVID-19 sui settori e sul territorio, Marzo 2020), che considera l’effetto della crisi su oltre 200 settori dell’economia italiana.
Lo studio - fornendo anche una stima delle ricadute per singoli territori a base regionale-, prevede perdite globali comprese tra i 270 e i 650 miliardi di fatturato nel biennio 2020-2021, diversamente realizzabili a seconda della possibile durata dell’epidemia e dalla velocità di reazione del sistema impresa.
In questo primo scenario emergenziale il decreto “Cura Italia” ha introdotto misure, prevalentemente a carattere fiscale, a sostegno dell’economia e delle famiglie non del tutto condivise ma che rappresentano una sorta di “manuale di pronto soccorso” per alcuni settori maggiormente colpiti dall’improvvisa crisi di liquidità.
Forte è, però, l’attesa di nuovi e più strutturati interventi volti a preservare le imprese in questa fase di lockdown, al fine di evitare il definitivo default quantomeno di quelle aziende che si troveranno illiquide ma che conservano una struttura produttiva ed economica integra.
Nel contributo ne abbiamo prospettati alcuni anche sulla base di studi elaborati da Confindustria.
Resta inoltre da analizzare, sul versante più prettamente concorsuale, se e come il sistema sia in grado di reagire e quali possano essere i correttivi da attuare sulle future crisi.
Si tratta di valutare i rimedi che occorrerà mettere in campo allorquando, passato il primo momento emergenziale, sarà necessario ripartire, in un contesto dove tutti gli imprenditori saranno costretti, stante il disallineamento dei flussi di tesoreria con i fatturati ante Covid-19, a fare i conti con la liquidità disponibile atta a fronteggiare le richieste di pagamento da parte dei fornitori -a loro volta clienti di altre aziende, inseriti naturaliter in un sistema generale ad evidente rischio di implosione.
In detto contesto quale può essere la reazione più avveduta, e quale sarà la sorte del nuovo Codice della Crisi?
Con uno sforzo interpretativo importante abbiamo provato a fornire soluzioni possibili
Buona lettura!
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